In occasione della XXX Giornata Mondiale dell'Alimentazione, Sua Santità, Papa Benedetto XVI, ha rivolto il seguente messaggio al Direttore Generale della FAO, Sig. Jacques Diouf:
MESSAGGIO
DI SUA SANTITA'
BENEDETTO XVI
PER LA
XXX GIORNATA MONDIALE DELL'ALIMENTAZIONE
15 OTTOBRE 2010
Signor Jacques Diouf
Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite
per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO)
L’annuale celebrazione della Giornata mondiale dell’Alimentazione è occasione per tracciare un bilancio dei risultati ottenuti dalla attività dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) per garantire a milioni di nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo il pane quotidiano.
Troppo spesso, viene meno l’attenzione verso le necessità delle popolazioni, non si dà un sufficiente risalto al lavoro agricolo e i beni della terra. Così si creano squilibri economici e i diritti e la dignità inalienabili vengono ignorati.
Il tema dell’odierna Giornata mondiale dell’Alimentazione, "Uniti contro la fame", è quanto mai opportuno per ricordare che è necessario l’impegno di tutti per dare al settore agricolo la sua propria importanza. Ognuno – dai singoli alle organizzazioni della società civile, dagli Stati alle Istituzioni internazionali – deve dare la priorità a uno dei più urgenti obiettivi per la famiglia umana: la libertà dalla fame. A tale scopo è necessario assicurare non solo la disponibilità di cibo sufficiente, ma pure che ognuno vi abbia accesso ogni giorno: ciò significa promuovere tutte le risorse e le infrastrutture indispensabili a sostenere una produzione e una distribuzione in grado di garantire pienamente il diritto all’alimentazione.
Gli sforzi per raggiungere questo obiettivo possono certamente aiutare a costruire l’unità della famiglia umana nel mondo. Si richiedono iniziative concrete, animate dalla carità ed ispirate dalla verità – iniziative che siano capaci di superare gli ostacoli naturali connessi con i cicli delle stagioni o con le condizioni ambientali, come pure quelli causati dall’uomo. La carità, praticata alla luce della verità, può far superare divisioni e conflitti e permettere che i beni della creazione circolino tra i popoli con uno scambio vivo e incessante.
Un importante passo in questo senso è stata la recente decisione della Comunità internazionale di proteggere il diritto all’acqua che, come la FAO ha sempre sostenuto, è essenziale alla nutrizione umana, alle attività rurali e alla conservazione della natura. Infatti, come il mio venerato predecessore aveva notato nel suo Messaggio per XXII Giornata mondiale dell’Alimentazione 2002, molte e diverse religioni e culture riconoscono all’acqua un valore simbolico, da cui "scaturisce l’invito a essere pienamente consapevoli dell’importanza di questo bene prezioso e, di conseguenza, ad accedere all’acqua indispensabile alle loro necessità e che le attività produttive, in particolare l’agricoltura, possano usufruire di quantità adeguate di acqua gratuita" (Messaggio per la Giornata mondiale dell’Alimentazione, 13 ottobre 2002).
Se si vuole che la Comunità internazionale sia veramente "unita" contro la fame, la povertà deve essere vinta per mezzo di un autentico sviluppo umano, fondato sull’idea di persona come unità di corpo, anima e spirito. Oggi, invece, c’è la tendenza a una visione di sviluppo che soddisfa le esigenze materiali della persona, specialmente attraverso l’accesso alla tecnologia; ora lo sviluppo autentico non dipende solo da ciò che la persona possiede, ma deve includere anche i valori più alti della fraternità, della solidarietà e del bene comune.
Di fronte alle pressioni della globalizzazione, sotto l’influsso di interessi che spesso rimangono frammentari, è sensato proporre un modello di sviluppo fondato sulla fraternità: se ispirato dalla solidarietà e orientato al bene comune, esso potrà apportare dei rimedi alla crisi mondiale attuale. Per sostenere i livelli di sicurezza alimentare a breve termine, occorrono adeguati finanziamenti in agricoltura in modo da riattivare i cicli di produzione, nonostante l’inasprirsi di condizioni climatiche e ambientali. Bisogna ricordare che queste condizioni hanno un notevole impatto negativo sulle popolazioni rurali, sulle coltivazioni e sui sistemi di lavoro soprattutto nei Paesi già colpiti dalla carenza di alimenti. I Paesi sviluppati devono essere consapevoli che le crescenti necessità mondiali esigono da loro aiuti consistenti. Essi non possono scegliere la strada della chiusura verso gli altri: tale atteggiamento non servirà a risolvere la crisi.
In questo contesto la FAO ha il compito fondamentale di studiare a livello istituzionale il problema della fame nel mondo e di proporre specifiche iniziative che coinvolgano gli Stati membri per rispondere alla crescente domanda di alimenti. Infatti le Nazioni del mondo sono chiamate a dare e a ricevere in proporzione alle loro effettive esigenze in ragione di quella "urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà, specialmente nei rapporti tra Paesi in via di sviluppo e i Paesi altamente industrializzati" (Caritas in veritate, 49).
La recente e lodevole campagna di sensibilizzazione, "1 Billion Hungry" (1 miliardo di persone soffrono la fame), con la quale la FAO cerca di suscitare una maggiore presa di coscienza dell’urgenza della lotta contro la fame, ha evidenziato il bisogno di risposte adeguate da parte sia dei singoli Paesi sia della Comunità internazionale, anche nel caso di risposta limitata all’assistenza o a un aiuto d’urgenza. Ecco perché una riforma delle Istituzioni internazionali secondo il principio di sussidiarietà è essenziale, dato che "le istituzioni da sole non bastano, perché lo sviluppo umano integrale è anzitutto vocazione e, quindi, comporta una libera e solidale assunzione di responsabilità da parte di tutti" (ibid., 11).
Per eliminare la fame e la malnutrizione, si devono superare gli ostacoli dell’interesse personale per fare spazio a una feconda gratuità, che deve manifestarsi nella cooperazione internazionale come espressione di autentica fraternità. Ciò non esclude il bisogno di giustizia, ma è importante che le regole stabilite siano rispettate e applicate, oltre ai piani d’intervento e ai programmi d’azione che si rendessero necessari. Ogni persona, popolo e Paese devono poter costruire il proprio sviluppo, utilizzando gli aiuti esterni secondo le priorità e le idee radicate nelle loro tecniche tradizionali, nella loro cultura, nel loro patrimonio religioso e nella saggezza trasmessa di generazione in generazione in seno alla famiglia.
Nell’invocare la benedizione dell’Altissimo sull’attività della FAO, desidero assicurare a Lei, Signor Direttore Generale, che la Chiesa è sempre pronta ad agire per sconfiggere la fame. Infatti, essa è costantemente all’opera, attraverso le sue strutture, per alleviare la povertà e le privazioni che affliggono una larga parte della popolazione mondiale, ed essa è ben consapevole che il suo impegno in questo campo si iscrive nello sforzo internazionale comune per promuovere l’unità e la pace nella Comunità dei popoli.
Dal Vaticano, 15 ottobre 2010
BENEDETTO XVI